Alleanza tra Mongoli e Crociati

Tra gli stati cristiani nel Levante, il Regno armeno di Cilicia (in celeste) e gli Stati crociati settentrionali del Principato d'Antiochia a della Contea di Tripoli (in verde) furono i più fedeli alleati/tributari dei Mongoli e furono tenuti a fornire truppe per partecipare alle campagne militari mongole.

Tra la metà del XIII secolo e l'inizio del XIV vennero effettuati molti tentativi per formare un'alleanza tra Mongoli e Crociati. Le trattative cominciarono attorno all'epoca della Settima crociata.[1] Gli storici hanno rilevato che, con il senno di poi, un'alleanza tra Mongoli e Ifranj (cristiani di cultura latina) apparve una scelta logica.[1][2][3] I Mongoli erano vicini al cristianesimo poiché molti di essi erano nestoriani.
I cristiani di rito latino erano aperti all'idea di aiuto proveniente dall'Oriente poiché i luoghi in cui era nato il cristianesimo erano stati occupati dai musulmani. Per motivi diversi, quindi i Mamelucchi d'Egitto erano un nemico comune per Mongoli e Ifranj. Ci furono numerosi scambi di lettere, regali ed emissari tra Mongoli ed Europei, così come offerte di varie forme di cooperazione.[1] Tuttavia, nonostante i molti tentativi, non fu mai stabilita una duratura collaborazione militare.

Gli storici moderni, inoltre, si chiedono se tale alleanza avrebbe potuto spostare l'equilibrio di potere nella regione e/o se sarebbe stata una scelta saggia da parte degli occidentali. [4] Tradizionalmente i Mongoli tendevano a considerare gli altri popoli come sottomessi oppure come nemici, con poco spazio nel mezzo per qualcosa come un alleato.[5]

La cosa più vicina ad una vera e propria cooperazione degli Ifranj alle azioni militari de Mongoli fu il rapporto di sottomissione ai signori mongoli del crociato Principato d'Antiochia.[6][7][8][9][10] Tra gli altri stati cristiani vassalli vi erano la Georgia e la Cilicia armena.[11] Una volta sottomessi, questi paesi erano tenuti a fornire forze militari che combattessero sotto la bandiera mongola e queste forze spesso mostrarono grande entusiasmo nell'attaccare obiettivi musulmani.[12]

Nel 1260 ci fu il momento di maggior successo della collaborazione tra Mongoli e cristiani, quando la maggior parte della Siria musulmana fu brevemente conquistata grazie agli sforzi congiunti di Mongoli e cristiani d'Armenia e d'Antiochia.[13] Tuttavia, nello stesso anno vi furono altri cristiani, gli Ifranj di San Giovanni d'Acri, che entrarono in uno stato di tregua passiva con l'altra parte, i Mamelucchi egiziani.
Questa inusuale neutralità da parte dei Crociati permise ai musulmani egiziani di muovere verso nord attraverso la Palestina per ottenere, nel 1260, un grande successo contro i mongoli nella battaglia di Ayn Jalut che fu uno storico punto di svolta.

I Mongoli invasero di nuovo la Siria diverse volte tra il 1281 e il 1312, a volte tentando operazioni congiunte[14] con i cristiani latini. Notevoli difficoltà logistiche però ostacolarono l'azione congiunta: i rinforzi giusero a mesi di distanza, pregiudicando il soddisfacente coordinamento delle azioni sul terreno.

In definitiva, i tentativi di alleanza diedero scarsi frutti e si conclusero con la vittoria dei Mamelucchi egiziani, l'espulsione, completata nel 1303, sia dei Crociati sia dei Mongoli dalla Palestina e con un trattato di pace tra Mongoli e Mamelucchi: il Trattato di Aleppo del 1323.

  1. ^ a b c "Nonostante i numerosi inviati e l'ovvia logica di un'alleanza contro i comuni nemici, il papato ed i Crociati non arrivarono mai alla spesso proposta alleanza contro l'Islam". Atwood, Western Europe and the Mongol Empire in Encyclopedia of Mongolia and the Mongol Empire, p. 583
  2. ^ "Negli anni successivi i cronisti cristiani avrebbero rimpianto la perduta opportunità di unire le forze di Mongoli e Crociati per sconfiggere i musulmani. Ma essi scrivevano beneficiando della realtà dei fatti, dopo che gli Stati Crociati erano stati distrutti dai Mamelucchi musulmani". Nicolle, The Mongol Warlords, p. 114
  3. ^ "Il fallimento dei negoziati tra occidente e il khanato e le relative motivazioni sono di particolare importanza in vista della convinzione, diffusa in passato, che avrebbero potuto avere successo". Jackson, Mongols and the West, p. 4
  4. ^ Vedi: Abate, History in Dispute: The Crusades, 1095-1291 dove viene discussa la questione, "Un'alleanza tra latini e Ilkhanato mongolo avrebbe rafforzato e preservato gli Stati Crociati?"
  5. ^ "Per i Mongoli la regola aveva validità per il mondo intero e non solo per le tribù nomadi delle steppe: tutte le nazioni erano de jure a loro sottomesse, e chiunque si opponeva era quindi un ribelle (bulgha); in effetti, la parola turca impiegata per 'pace' fu utilizzata anche per esprimere sottomissione... Non poteva esserci pace, con i mongoli, in assenza di sottomissione." Jackson, Mongols and the West, p. 46, vedi anche pp. 181–182
  6. ^ "Boemondo VI di Antiochia-Tripoli, una figura chiave per gli equilibri di potere in Outremer, aveva già accettato la sovranità dei mongoli, con un rappresentante mongolo ed un battaglione di stanza nella stessa Antiochia, dove rimase fino alla caduta della città in mano ai Mamelucchi nel 1268". Tyerman,  p. 806.
  7. ^ "Aitone tentò di attrarre i principi latini verso l'idea di un'alleanza cristiano-mongola, ma riuscì a convincere solo Boemondo VI d'Antiochia." Nersessian, "The Kingdom of Cilician Armenia" in Crusades di Setton (curatore), p. 653
  8. ^ "Le autorità degli Stati crociati, con l'eccezione di Antiochia, optarono per una neutralità favorevole ai Mamelucchi". Morgan, The Mongols and the Eastern Mediterranean, p. 204
  9. ^ "I baroni della Terra santa rifiutarono un'alleanza con i Mongoli, ad eccezione del re d'Armenia e di Boemondo VI, principe d'Antiochia e Conte di Tripoli" Lebedel, Les Croisades, Origines et consequences, p. 75
  10. ^ "Il rifiuto degli Stati cristiani latini dell'area di seguire l'esempio di Aitone e di adattarsi alle mutate condizioni alleandosi con il nuovo impero mongolo deve considerarsi come uno dei più tristi tra i numerosi insuccessi in Outremer". Burger, A Lytell Cronycle, pp. XIII-XIV
  11. ^ Stewart, The Logic of Conquest, p. 8
  12. ^ "Fu a questo punto, nel 1236, che i principali eserciti mongoli apparvero [in Armenia]. I Mongoli conquistarono rapidamente le città. Coloro che resistevano erano crudelmente puniti mentre chi si sottometteva veniva premiato. Questa notizia si diffuse rapidamente e dal 1245, portò all'assoggettamento di tutta l'Armenia storica e di parti della Georgia ... i capi militari armeni e georgiani dovettero servire nell'esercito mongolo, con il quale molti di loro perirono in battaglia. Nel 1258 l'Ilkhanato mongolo, sotto la guida di Hulegu, saccheggiò Baghdad, pose fine al califfato abbaside ed uccise molti musulmani". Bournotian, A Concise History, p. 109
  13. ^ "Il primo marzo Kitbuqa entrò in Damasco alla testa di un esercito mongolo. Con lui erano il re dell'Armenia ed il Principe d'Antiochia. I cittadini dell'antica capitale del Califfato videro per la prima volta in sei secoli tre potentati cristiani cavalcare in trionfo per le loro strade" Runciman,  p. 307
  14. ^ "L'alleanza con i Mongoli, nonostante l'invio ad occidente di altre sei ambasciate tra il 1276 e 1291, non portò da nessuna parte. La prospettiva di una coalizione anti-mamelucca sbiadì per l'inerzia degli occidentali che li rese inutili come alleati per i Mongoli che, a loro volta, avrebbero potuto essere presi seriamente in considerazione come potenziali partner dai governanti occidentali nel caso di una nuova crociata, che non ci fu mai". Tyerman, God's War, p. 816

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